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Cosa c’entrano i fuochi artificiali con i santi?

 

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​Turi – La Voce del Paese 

Che la “Ausiliatrice dei cristiani” sia di ausilio a tutti

Ancora una volta apprendiamo la notizia dell’uso dei fuochi artificiali, previsti per il 24 maggio 2023, nella ricorrenza di una festa religiosa a Turi.

“Tradizione” o coazione a ripetere? Sono due cose diverse. La tradizione, che comunque non deve essere “imbalsamata”, può avere un suo fascino (ma al fascino, spesso occorre resistere); la coazione a ripetere, invece, è un fatto patologico.

La sostanza è questa: i fuochi artificiali non ce li possiamo permettere o, per l’esattezza, non ce li possiamo più permettere (ora); si tratta di una merce pericolosa e inquinante la cui produzione va messa al bando. L’evidenza di questa opportunità (anzi necessità) è palese: i cambiamenti climatici, di cui abbiamo avuto ennesimo e drammatico riscontro nelle ultime settimane in Emilia-Romagna, sono l’ennesimo segnale del fatto che stiamo andando verso un baratro che potrebbe assumere dimensioni catastrofiche anche per la stessa sopravvivenza del pianeta terra.

Bisogna prendere atto che quel che negli anni Cinquanta del secolo scorso pareva anche bello o romantico o tradizione da salvaguardare o manifestazione gioiosa, deve, compresi tutti i nostri comportamenti quotidiani, essere messo in discussione. 

Se mettiamo in discussione tutte le fonti di emissione di CO2, a maggior ragione non possiamo più accettare merci ben più inquinanti e potenzialmente mortifere come i fuochi artificiali.

Solo qualche giorno fa, desumiamo dalle cronache, un giovane a Modugno (proprio a Modugno, teatro della strage causata dalla fabbrica dei fuochi il 24 luglio 2015!) ha subìto l’amputazione di una mano e dell’avambraccio; certamente “botti” e fuochi artificiali sono due merci diverse, ma la “materia prima” ha molto in comune ed entrambi vanno messi al bando.

Infine, una considerazione: la Chiesa è in difficoltà nell’affrontare la questione. Abbiamo interloquito con parroci, vescovi e cardinali; anche col presidente della CEI Matteo Zuppi: nessuno, nel dialogo con noi, ha “difeso” la tradizione; pare che, in occasione della “festa del santo”, a spingere per i fuochi artificiali non siano i religiosi – che, evidentemente, si rendono ben conto dello spreco e dell’inquinamento – ma i “laici”.

Ad ogni modo, la “Ausiliatrice dei cristiani”, certamente, non gradisce i fuochi e saprà essere di “ausilio”, ispirando comportamenti adeguati che, di questi tempi, in molti definiscono, realisticamente, come “ecocompatibili”.

Vogliamo parlarne o il tema dello “sparo” – “u sper” è un tabù?

Vito Totire
Rete Europea per l’Ecologia Sociale – Circolo “Chico” Mendes

 

 

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