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Una nuova veste per il saggio “La Fava” di Giovanni Cozzolongo

 

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​Turi – La Voce del Paese 

La pregevole monografia, accompagnata dalla prefazione a cura di Stefano de Carolis, è stata ripubblicata con l’intento di divulgare l’inestimabile patrimonio di usi e tradizioni dei nostri avi

A distanza di oltre un secolo, l’agile monografia “La Fava”, pubblicata nel 1899 dal turese Giovanni Cozzolongo, potrà nuovamente essere sfogliata: è stata infatti pubblicata, per i tipi “Carta Bianca”, una riedizione del pregevole saggio, accompagnata dalla prefazione a cura di Stefano de Carolis.

Il progetto editoriale – supportato dalla Farmacia Sant’Oronzo, dal Bar Oran Caffè e dalla Cartolibreria Punto Scuola – nasce da un duplice intento. «Il primo obiettivo – spiega de Carolis – è divulgare alle generazioni future l’encomiabile studio che Giovanni Cozzolongo condusse sulla pianta della fava: una preziosa monografia sulla “regina delle leguminose” che compendia le nozioni tecniche fino a quel tempo note e, passando in rassegna le principali varietà di fave pugliesi, cita quella denominata “naso in culo”, ancora oggi coltivata a Turi».
«La seconda motivazione – aggiunge – è sollecitare il meritato interesse verso un illustre concittadino, che ci ha lasciato in eredità un patrimonio di conoscenze, usi e tradizioni del nostro territorio».

Un viaggio tra le perle del nostro passato

«A proposito di usi e tradizioni – incalza de Carolis – al lettore non sfuggirà la descrizione, a tratti lirica, dell’operazione di mondatura delle fave secche, chiamata “mozzicare” poiché veniva eseguita rigorosamente con i denti incisivi. Prassi che Giovanni Cozzolongo, da direttore, introduce nel Pio Ricovero di Mendicità di Turi.

Altrettanto interessante è il cenno alla procedura del “catesciare” (in dialetto catescè o cattescèje): a fine cottura, si infilava al centro della pignatta un apposito cucchiaio di legno e lo si sfregava vigorosamente tra i palmi delle mani per rendere il macco di fave cremoso e vellutato.
E queste sono solo due delle tante perle contenute nel saggio».

Giovanni Cozzolongo, pioniere del Primaticcio-Primativo di Turi

Ma chi era Giovanni Cozzolongo? «Agronomo e noto imprenditore vitivinicolo di Turi – racconta de Carolis – Giovanni Cozzolongo è ritratto come una persona garbata e lungimirante, molto colta e di buona famiglia borghese. Un uomo d’animo buono e gentile, vicino al popolo e sempre pronto a dare conforto alla povera gente. Tutt’oggi i cittadini turesi lo ricordano per una sua particolare caratteristica: dopo aver pagato con i propri denari gli esercenti, non chiedeva mai il resto, lasciandolo come mancia. Per questo suo vezzo venne soprannominato “Don Giovanni non piglia resto”. Insomma, un galantuomo d’altri tempi!».

«Sin dalla sua giovane età – prosegue – don Giovanni si mostrò un imprenditore brillante, tecnicamente preparato e, per molti versi, in netto anticipo rispetto alla sua epoca. In pochi anni fece crescere l’azienda di famiglia, nata a metà dell’800 da suo zio Modesto, primicerio del Capitolo di Turi, e da suo padre Domenico, annoverato “tra i più distinti enologi della provincia di Bari” e vero pioniere nella produzione e commercializzazione (in Italia e nel resto del mondo) del vino Primitivo (o Primaticcio) di Turi».

«Basti pensare che, il Primativo di Turi, prodotto e imbottigliato dalla famiglia Cozzolongo, riceve entusiastiche recensioni sulle più rinomate pubblicazioni di settore e viene elogiato dal dott. Antonio Carpenè, direttore della Società Enotecnica Trevigiana di Conegliano Veneto e massima autorità nel campo enologico italiano. Senza contare – chiosa – che il nettare turese è più volte premiato “come miglior vino rosso sia in Italia che all’estero”».

La prima mostra mercato di bestiame nella Fiera di Santa Lucia

«Tra i numerosi successi professionali – evidenzia de Carolis – nel 1914, Giovanni Cozzolongo, con voto unanime, fu eletto sindaco di Turi, rimanendo in carica sino al 1915, anno in cui, all’età di 59 anni morì improvvisamente. Nell’arco del seppur breve incarico alla guida di Turi – grazie al suo intuito, alla sua cultura e alla grande determinazione che lo contraddistinguevano – realizzò un rilevante progetto per il rilancio dell’economia della nostra comunità: il 25 aprile 1915 inaugurò la prima edizione della mostra mercato della zootecnica nella Fiera di Santa Lucia, un’importante mostra mercato del bestiame che si teneva nei pressi del Largo dei Pozzi».

Il volume può essere acquistato presso

-Edicola in piazza Aldo Moro

-Cartolibreria Punto Scuola

 

 

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